Non vedeva l’ora di respirare nuovamente l’odore dei campi da gioco, Coverciano, Palermo e Ta’qali per lui sono la stessa cosa: Antonio Conte, come ha ammesso questa mattina, è nella “migliore condizione psicofisica per allenare la Nazionale” e con questa attitudine si è presentato questa mattina al raduno in vista del doppio impegno per le qualificazioni a Euro2016. L’Italia, la sua Italia, dopo due vittorie convincenti a Bari contro l’Olanda e all’esordio ufficiale a Oslo contro la Norvegia, è attesa a un’altra coppia di partite, questa volta più abbordabili sulla carta; proprio per questo il ct salentino vorrà far bella figura, mostrando gioco e corsa, inseguendo record a lui cari. Di fronte ai giornalisti ci tiene subito a precisare, si parla di Nazionale e non di veleni o pseudotali portati in dote dal campionato:
“Le polemiche non mi riguardano. Parlo solo di Nazionale. Quanto successo lo guardo con distacco, perché adesso il mio compito è quello di lavorare per il mio paese. Quello del Ct è un ruolo sopra gli altri. Durante la battaglia ognuno deve difendere la propria bandiera. Quando si arriva in Nazionale bisogna difendere i colori di un paese. Sarà così oggi com’è stato in passato e lo sarà in futuro. Adesso i giocatori devono essere tutti amici. In campionato sono avversari. Io stesso da calciatore mi comportavo così. Glielo ho detto subito: lasciate i temi del campionato fuori dallo spogliatoio perché qui dobbiamo lavorare per la missione della Nazionale”.
E la missione, in termini d’agenda, contempla prima di affrontare a Palermo l’Azerbaijan (venerdì 10 con fischio d’inizio alle 20.45), quindi volare di pochi chilometri più a sud per sfidare Malta allo Stadio Nazionale (martedì 13 al medesimo orario). Per ottenere i sei punti, obiettivo chiaramente alla portata, Antonio Conte ha bisogno di tutti i suoi giocatori; per questo non si tira indietro quando gli si chiede di questo o quell’atleta, da Rugani a Pellè, da Zaza ad Aquilani, fino ad arrivare agli assenti Pirlo e soprattutto Balotelli, ancora una volta bocciato:
“Il calo di Zaza? Non è cambiato niente per Simone, quello che chiedo a lui è che stia bene e che dia il suo contributo alla maglia azzurra. Pirlo in azzurro? Dopo le sue parole di addio alla Nazionale mi ha dato ampia disponibilità sotto tutti i punti di vista, se Verratti non sta bene potrei convocarlo già in questa mandata. Aquilani? Sono stato indeciso se convocarlo anche per la prima volta. Ha tutto per fare bene: qualità, quantità e resistenza. L’ho chiamato per capire come può inserirsi nel nostro gioco. Pellè invece rappresenta quello che ho sempre detto. La meritocrazia porta in Nazionale per un giocatore che in due anni ha segnato 50 gol. Rugani è cresciuto esponenzialmente rispetto a quando l’ho allenato alla Juventus. Anche questo è un segnale verso i calciatori dell’Under21. Balotelli? Ha iniziato un percorso nuovo, non semplice e credo che debba avere il tempo giusto per integrarsi nel Liverpool. Noi lo stiamo seguendo come tutti gli italiani all’estero. Faccio delle convocazioni, non delle esclusioni. E’ una cosa molto diversa”.
Infine un affresco sullo stato dell’arte del calcio italiano:
“La mia missione è quella di cercare di qualificarci all’Europeo proponendo un calcio propositivo, bello e d’attacco. Un calcio di una squadra che vuole fare sempre la partita a prescindere dagli avversari. La mia missione è di portare alla Nazionale un calcio e una mentalità vincente. A settembre sono rimasto colpito in maniera favorevole da parte di tutto il gruppo. Mi auguro di trovarla anche in questa finestra, ma sono sicuro che sarà così. Calcio italiano in crisi? Non credo e le prestazioni in Europa dei vari club lo dimostrano. Il nostro è un calcio che sta crescendo e noi come Nazionale dobbiamo dimostrare le stesse cose”.
Le chiacchiere stanno a zero, anche se Conte parla sempre volentieri e quasi mai è banale: ciò che conta è il rettangolo verde e il commissario tecnico non vede l’ora di provare e riprovare schemi e tattiche. Disintossicando i giocatori e i tifosi di un campionato sempre più amaro.
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